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Governo, Salvini: "Per i clandestini è finita la pacchia. Le ong? No a vicescafisti nei porti"

Il neoministro dell'Interno, in un comizio a Vicenza, rispolvera i toni da campagna elettorale sull'immigrazione. E rilancia il tema della leva militare obbligatoria: "Penso a quanto sarebbe bello reintrodurre il servizio militare per reinsegnare la convivenza civile"

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Abbandona gli abiti da ministro e si tuffa nella campagna elettorale, Matteo Salvini. È in Veneto impegnato in comizi per le amministrative e rispolvera i toni della propaganda: "Per gli immigrati clandestini è finita la pacchia, preparatevi a fare le valigie, in maniera educata e tranquilla, ma se ne devono andare", ha detto in un incontro in piazza a sostegno del candidato sindaco leghista. Poi, un attacco durissimo alle Ong: "Stiamo lavorando e ho le mie idee: quello che è certo è che gli Stati devono tornare a fare gli Stati e nessun vicescafista deve attraccare nei porti italiani". La strategia del leader leghista è chiara. Provare a dare conferme - arrivato al Viminale - rispetto alla battaglia chiave della campagna elettorale. La ruspa non è stata accantonata, nel nuovo ruolo, è il messaggio lanciato all'elettorato più estremista.

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D'altra parte il primo viaggio "istituzionale" di Salvini sarà nel pomeriggio di domenica a Pozzallo, porto simbolo degli sbarchi (teatro proprio in queste ore dell'arrivo di un gruppo di 158 migranti). Un viaggio che è quasi un manifesto politico. Stamattina in realtà Salvini aveva adottato toni più dialoganti, durante la cerimonia per la festa del 2 giugno. "Siamo eleganti, sorridenti, democratici. Nelle prossime ore sentirò i ministri dell'Interno di diversi Paesi europei con cui collaborare e non litigare", aveva detto.

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LA DIFESA DELLE FORZE DELL'ORDINE
Ma l'immigrazione non è l'unico tema su cui il neoministro dell'Interno sceglie di fare la faccia feroce: "Sappiano gli uomini e le donne delle forze dell'ordine che il ministro e 60 milioni di italiani sono con loro e guai a chi mette le mani addosso a un uomo o una donna in divisa", avverte. "Sono stufo dei delinquenti impuniti".


RITORNO ALLA LEVA MILITARE OBBLIGATORIA
E in serata, in una successiva tappa a Treviso, è tornato su un vecchio cavallo di battaglia: il ripristino della leva militare obbligatoria, abolita in Italia dal 2005: "Per la prima volta oggi ho partecipato alla festa del 2 giugno e ho visto sfilare il meglio dei nostri ragazzi fra le forze militari. Penso a quanto sarebbe bello reintrodurre il servizio militare e il servizio civile per reinsegnare la convivenza civile".

LA GRANA SUI DIRITTI CIVILI
Salvini, in realtà, ha dovuto affrontare oggi una prima grana, quella provocata dal ministro della Famiglia Lorenzo Fontana che in un'intervista al Corriere ha detto: "Le famiglie gay? Non esistono". Parole che hanno provocato indignazione e polemiche e sono sembrate un attacco alle unioni civili. Salvini lo corregge solo in parte. "Io personalmente ritengo che il nostro paese debba ancora avere alcuni principi, come che la mamma si chiama mamma e il papà si chiama papà e il bambino viene al mondo se li ha e viene adottato se ci sono un papà e una mamma", ha premesso. E poi: "L'amico Fontana ha detto oggi una cosa che mi sembra normale", ma "sono cose fuori dal contratto di governo e non perderemo tempo su questo". Altro problema arriva dalla ministra degli Affari regionali, Erika Stefani, in pressing sull'autonomia di Veneto e Lombardia. "O si fa, o il governo salta", sono state le sue parole. Infine Salvini deve fare i conti con l'opposizione intransigente promessa da Berlusconi. "Dia una mano e non resti alla finestra", è la risposta del leader leghista.
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